Bahia Mahmud Awah, Poesia Saharawi, anima di resistenza

 

“Nei suoi venti non ho paura di perdermi / concretamente confido nei sensi del mio dromedario / e nelle lezioni di mia nonna”.

 

Questi tre versi sono tratti dalla poesia intitolata “Domanda loro” del poeta sahrawi Bahia Awah. Bahia Awah nella sua poesia esprime dei richiami legati a un passato remoto, a un passato prima dell’occupazione e privo di occupazione del suo paese, il Sahara Occidentale, dimenticato dalla comunità internazionale nella sua lotta per l’autodeterminazione e l’indipendenza dal colonialismo marocchino.

 

La poesia è un mezzo di espressione fondamentale della società e del popolo sahrawi che in essa esprime anelito, utopia politica, lotta, resistenza e gli aspetti esistenziali della vita sociale del popolo sahrawi, fatto di rifugiati, esiliati ed oppressi.

 

Lo stile inconfondibile di Bahia Awah lascia il poeta in un miraggio di scelte pellegrine e refrattarie che si lanciano in vecchi nodi irrisolti. La vita spesso porta chi scrive a ripercorrere dei sentieri messi da parte, ma indimenticati che si possono reinterpretare sotto una chiave di valori autentici.

 

Nei suoi versi, Bahia cerca di ricucire come in un puzzle la sua infanzia perduta e la sua esistenza come poeta in esilio. I ricordi della sua infanzia sono i ricordi di un vento del deserto, del lavoro come pastore di dromedari e della gazzella che, come suggerisce un proverbio sahrawi, muore nella sua aridità. L’aspetto fondamentale che permette di sopravvivere in esilio per Awah è il fatto di non dimenticare e di leggere e decifrare i geroglifici ancestrali del passato del proprio popolo caduto in oblio.

 

Nella mia infanzia come un piccolo
pastore di dromedari,
ascoltavo dire:
“La gazzella muore nella sua aridità”.
Negli anni d’esilio
sono andato decifrando
geroglifici ancestrali
come un verso senza titolo,
anonimo
sopravvivendo
ai secoli del dimenticatoio.

 

Le sue poesie restano in bilico, ma si toccano al calare della sera tra immagini spesso ricoperte di azzurro, di occhi di donna, cammelli e di notti pacifiche nella sua tenda (“jaima”).

 

Bahia Awah non ha mai smesso di occuparsi di “poesia sahrawi” da quando vive in Spagna. I suoi ideali di pace e il suo modo di vivere la poesia nel mondo gli hanno permesso di valorizzare soprattutto il territorio e di tramandare le sue origini di discendente sahrawi, non perdendo mai di vista i suoi obiettivi di uomo portatore di pace.

 

L’epicentro di tutta la sua raccolta poetica pubblicata da ProMosaik senza dubbio è la poesia “Un giorno di pace”, introdotta dal seguente aforisma dell’erudito sahrawi Chej Mohamed Elmami che su pace e guerra dice:

 

“Il tessuto sporco di pace è meglio
dell’arrogante darraa (vestito tradizionale sahrawi) di guerra!”.

 

In questa poesia tutto si converte in simbolo, quasi come se il poeta volesse ricongiungersi con il suo nemico e dialogare con la guerra stessa, rispondendo alle armi con il pacifismo. Awah infatti scrive:

 

Guarda come i tamburi della guerra
risuonavano in me,
ma risposi predicando la pace
affinché l’anima di mio nonno
riposasse in pace e nel mio deserto
e con la mia tenda dove c’è solo pace.

 

Sembra trattarsi di un’utopia assaporata dal poeta che si perde nell’armonia e nel dialogo, nell’incontro.

Nella poesia intitolata “Come i tuoi occhi I” Bahia narra dell’amore per il deserto del Sahara. In questa poesia il poeta trae dalla conversazione con una bambina un dialogo senza fine, descrivendo il cielo stellato del deserto che non smette mai di dormire e che si preoccupa di aiutare gli altri. Infatti, il poeta ha dedicato la poesia a questa bambina che gli aveva chiesto esplicitamente durante una sua conferenza sulla poesia di parlare del Sahara e di descriverle il suo cielo.

 

Nella poesia intitolata “L’oscurità schiarita” i versi spiegano metaforicamente un richiamo visibilmente evocativo e di appartenenza, quando Awah scrive:

 

“In te Sario/ li si trova il volto della libertà /
specchio della dignità e in te/
il popolo sahrawi vincerà”.

 

L’ottimismo nonostante tutto e il pacifismo nonostante tutto sono i due punti fermi che possiamo individuare nelle poesie di questa raccolta. La poesia è un metodo eccellente per esprimere le idee, le speranze e le difficoltà di una resistenza sahrawi che il mondo sembra ignorare.

 

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