Milena Rampoldi, Aspetti linguistici nella Spagna Musulmana

 

In questa sezione della nostra ricerca vorremmo tratteggiare, nei limiti quantitativi entro i quali ci muoviamo, un quadro storico dell’Andalus islamica, per poter poi passare, nella seconda e terza parte del nostro lavoro, ad occuparci più dettagliatamente della forma poetica dello zagial, poesia in arabo dialettale andaluso, sviluppatasi nella Spagna musulmana con Ibn Quzman (1080-1160), chiamato in spagnolo Abencuzmàn. Per quanto concerne lo zagial, si tratta, secondo il nostro punto di vista interpretativo, di una forma di poesia essenziale per gli studi comparativisti in generale e, in particolare, per gli studi comparativisti di filologia romanza, che s incentrano sull’evoluzione della lingua, considerandone gli apporti stranieri, ad esempio prestiti e calchi.

 

Nel caso in esame, si tratta di analizzare la compenetrazione della lingua spagnola e della lingua araba all’interno della matrice plurilinguistica e multiculturale sulla quale si basa la produzione degli zagial di Ibn Quzman nell’Andalusia musulmana, accennando sempre nei limiti del possibile anche al problema linguistico della diglossia, che permea l’intera produzione poetica del nostro autore, il quale è considerato il vero e proprio creatore (anche se a torto, come avremo modo di rilevare nella seconda parte della nostra ricerca) dello zagial andaluso, poi diffuso anche in Europa e nel Maghreb non solo, ma anche all’interno di tutto il mondo arabo, a partire dal XIIesimo secolo, periodo in cui questa forma poetica conobbe il periodo di massimo splendore. Ci preme soprattutto sottolineare la simbiosi tra la lingua spagnola e la lingua araba, una simbiosi che era frutto dell’evento storico della conquista e della dominazione plurisecolare araba in Spagna.