In questa tesi Julia Profanter affronta l’opera L’invitée di Simone de Beauvoir.
Il femminismo, le problematiche dovute alla disuguaglianza tra i sessi e la lotta per l’equiparazione dei diritti sono ancora d’attualità nella nostra epoca dominata dalla pandemia del Covid-19. Negli ultimi anni si sono tenute numerose manifestazioni in tutto il mondo, movimenti con milioni di sostenitori si sono sviluppati anche grazie a Internet e l’attenzione mediatica si è concentrata ripetutamente sull’attivismo femminista. Al giorno d’oggi si tratta di un movimento così popolare ed esteso che potrebbe essere considerato la quarta grande ondata del femminismo. La situazione delle donne è estremamente cambiata dagli anni 60, almeno per quanto riguarda il mondo occidentale; tuttavia le donne hanno ancora bisogno di lottare per la loro equiparazione al genere maschile, che non è ritenuta ovvia in tutti gli ambiti della nostra società: la ripartizione tradizionale dei ruoli nella famiglia e nella vita quotidiana è ancora diffusissima, così il genderpay-gap, poiché la remunerazione delle donne continua ad essere più bassa di quella degli uomini, a parità dei ruoli. Nonostante i cambiamenti importanti apportati dalla prima e dalla seconda ondata del femminismo, al giorno d’oggi la lotta è per molti aspetti ancora la stessa dei tempi di Simone de Beauvoir e del suo romanzo L’Invitée.
Questo elaborato analizza L’Invitée, il primo romanzo della pensatrice e scrittrice Simone de Beauvoir, importante intellettuale e femminista francese del XX secolo, quando le donne indipendenti e libere erano ancora poche. Inoltre, si dà una breve introduzione all’esistenzialismo, sostanzialmente coniato da Jean-Paul Sartre. Il terzo capitolo si occupa di due temi principali che ricorrono nel romanzo: il femminismo e la libertà e, rispettivamente, la non-libertà.
L’Invitée è un romanzo fortemente autobiografico. I paralleli con la vita di Simone de Beauvoir sono numerosi e ricorrono in tutto il romanzo: i nomi e le caratteristiche dei personaggi, i posti e luoghi vistati e descritti, i diversi tipi di relazioni trattati ed i sentimenti a loro collegati.
Analizzando la condizione delle donne, Beauvoir scopre che la loro soggettività e la loro libertà non sono semplicemente limitate, ma perfino negate o non riconosciute: una problematica sociale che concerne non solo un’intera generazione, ma tutta la storia delle donne. La filosofa si occupa dell’oppressione e della subordinazione della donna nella società e dei ruoli tradizionalmente legati al sesso.
Contrariamente alla situazione delle donne del tempo, Simone de Beauvoir dipinge l’immagine di una donna sicura di sé, autonoma e forte, che vive negli anni tra le due principali ondate del femminismo, mediante il personaggio di Françoise in L’Invitée. In quel momento storico, durante gli anni Trenta, il dominio del genere maschile è considerato «giusto» dalla società: la scelta dei mestieri per le donne è limitata e la loro «carriera» è dominata dal matrimonio, dalla famiglia e dalla maternità. Sembra che Françoise e gli altri personaggi femminili del romanzo costituiscano l’eccezione rispetto alla regola. La giovane Xavière, proveniente da una città di provincia, meno liberale di Parigi, sembra quasi intimidita dall’indipendenza e dalla libertà di Françoise, che è quasi illimitata. Non avendo nessuna idea di cosa fare della propria vita, si direbbe quasi che Xavière invece, non abbia mai riflettuto sulla possibilità di avere un lavoro ed un proprio reddito, indipendente da un marito o della sua famiglia. Perfino quando Françoise le propone di fare un corso di stenografia per trovare un impiego, Xavière rifiuta come se non fosse interessata a prendere il controllo della sua vita.
In L’Invitée Simone de Beauvoir non lascia spazio a donne deboli o dipendenti dalla volontà di una figura maschile dominante: in contrasto con il contesto socio-culturale del periodo, le figure femminili del romanzo rappresentano un ideale di donna emancipata come lei stessa.
Video di presentazione del libro: