Milena Rampoldi, Antizionistische Fragmente / Frammenti antisionisti

Frammenti antisionisti, testi che non credono nella completezza e che, forse, neppure aspirano ad essa. Sono parole da tanto tempo imprigionate nella mia gola, avendo ormai smarrito la via verso il cielo. Le corde vocali sono stanche, la lingua esausta. Infatti viene amputata, a noi antisionisti, insultati dal corvo nero che ci accusa di essere antisemiti.

I frammenti antisionisti comunque non vogliono essere solo una voce soffocata, ma la mia voce femminile di una resistenza vana, della resistenza della pazienza, priva di aspettative, priva di sogni, ma colma di realtà.

E una di queste Realtà è Dio, Jahve, Allah, il mio Dio, al quale appartiene la mia preghiera e anche la mia terra.

Non possiedo nulla, sono destituita. Ma anche loro non possiedono nulla. Il sionismo altro non è che l’inversione della fede in Jahve, lo sconvolgimento della morale e l’alienazione dell’ultimo briciolo di umanità.

Il sionismo significa attivismo cieco. L’antisionismo invece si identifica con il valore della pazienza.

Il sionsimo significa colonialismo. L’antisionismo invece è una lotta anticolonialista e la resistenza contro l’occupazione, la lotta contro l’ingiustizia.

L’antisionismo significa pazienza ed attesa del Messia.

Il sionismo invece coincide con la fede nella terra, infatti la terra è il loro Dio. L’espropriazione della terra altrui è il loro obiettivo.

Questi frammenti antisionisti sono il frutto di una notte di silenzio, di una notte di speranza nel fatto che riusciremo a farcela, ad aspettare la prossima volta e la volta ancora.

I frammenti, questi versi incompiuti, si concludono con un condizionale che recita “Li avremmo accolti….” e con il disco rotto del sionismo che esclama “Sei una terrorista”.

In Medio Oriente, infatti, non sono arrivati gli ebrei, ma i corpi estranei del sionismo, penetrati nel Medio Oriente dell’attesa, in un mondo privo di muri e pieno di pazienza …

I metodi sionisti, privi di “cautela”, l’hasbara, la narrativa “sublime”, l’ideologia bellica: tutti questi costrutti ideologici improntati da uno spirito omicida non riescono comunque a fare nulla contro la verità, la pace e la pazienza.

La pazienza è il mondo dell’antisionismo, della battaglia femminile; in cui gli uomini cadono e le donne restano in piedi.

L’antisionismo costituisce per me un aspetto importante della resistenza femminista contro l’ultimo stato coloniale del Medio Oriente.

Essere antisionisti significa essere responsabili e costruire un ponte etico verso i valori semiti della giustizia e della pace giusta.

Il sionismo invece è un monologo degli avidi, una voce senza eco di un colonialismo omicida.